“Apocrifando”, che spettacolo con le musiche di De Andrè!

Tempo di musica, di divertimento e riflessioni. Ritornano gli spettacoli all’Oratorio di Maccio e questa volta l’occhio di bue si accenderà sulle musiche e sui testi di Fabrizio De Andrè, portati in scena dalla compagnia teatrale “I Novellini”. Sabato 28 maggio, alle 21, sarà la volta di “Apocrifando”, uno spettacolo che si sviluppa seguendo le musiche e testi di Fabrizio de Andrè.
Sul palco, diretti da Elisa Bernasconi, si esibiranno attori e musicisti: Mattia Calderazzo, Laura Bernasconi, Elisa Bernasconi, Pierangelo Bianchi, Luca Largaiolli, Giorgia Bianchi, Gabriella Foti, Alessandro Maternini, Giovanni Fruci (qui ritratti in foto e menzionati partendo da sinistra).

Lo spettacolo girerà intorno ai concetti della Buona Novella e all’interpretazione dei Vangeli Apocrifi fatta da Fabrizio De Andrè.

Con “La Buona Novella di De André, i vangeli apocrifi irrompono infatti nella scena musicale italiana e si guadagnano un posto d’onore nella cultura popolare. L’album “La Buona Novella” esce nel 1970, quando Fabrizio De André è un cantautore ormai affermato. Nei suoi dischi narra con malinconica poesia l’umanità dolente che popola i bassifondi della sua Genova. Dalle sue opere traspare una visione del mondo di stampo sostanzialmente anarchico: l’autorità e la legge, lungi dal tutelare i più deboli, sono gli strumenti con cui i potenti del mondo consolidano e giustificano il loro incommensurato potere; la morale degenera in una ridicola ipocrisia in cui, ancora una volta, sono gli ultimi e gli indifesi a pagare il conto dei vizi dei forti. Nel clima infuocato del Sessantotto e della Contestazione, queste idee trovano un ampio eco nel mondo giovanile.

Verso la fine degli anni Sessanta, De André, in collaborazione con l’autore e produttore Roberto Dané, traspone questo schema di pensiero sulla sfera religiosa. Vede nella figura di Gesù il prototipo del rivoluzionario: è vittima, come sua madre prima di lui, di un sistema politico-religioso fondato su leggi inflessibili e disumane, spesso applicate con “due pesi e due misure” a seconda della classe sociale; si ribella, senza scadere a sua volta nell’odio e nella violenza, predicando un messaggio di amore, perdono e fratellanza. Ne esce, alla fine, una rilettura poco ortodossa ma certamente molto affascinante della vicenda evangelica, in cui Gesù è ammirato ed esaltato prima di tutto per le sue qualità umane, mentre la sua natura divina viene solo accennata con parole cariche di mistero.

Appuntamento allora presso il rinnovato oratorio di Maccio, per una serata di sicuro divertimento e ottima musica. Tre euro il costo del biglietto di ingresso.