“Nano Nasaccio”: al sociale di scena Carla Giovannone

base-sito-mcfo-19-249x300E per merenda… favole al teatro! Tutto è possibile grazie al genio creativo di Carla Giovannone, attrice e autrice teatrale di successo che, il prossimo 5 febbraio, doomenica alle ore 16, si esibirà sul palcoscenico del Teatro Sociale di Como. Non un appuntamento banale, quello organizzato dall’artista di Villa Guardia, bensì un affascinante momento di vicinanza tra i più piccoli e la cultura teatrale, il tutto racchiuso in un pomeriggio di racconti, storie recitate e simpatica merenda. Un mix azzeccato che ha mandato letteralmente in tilt i botteghini del Sociale (per eventuali ultimi tagliandi, consulatre  il sito www.teatrosocialecomo.com).

carla giovannone

Carla Giovannone, attrice e autrice teatrale

Presso la Sala Bianca del principale teatro cittadino, infatti, si annuncia il tutto esaurito per NANO NASACCIO, una fiaba in grammelot, liberamente tratta dall’omonimo racconto di Wilhelm Hauff, di e con Carla Giovannone e con la regia e i costumi di Francesca Palenzona.

Nano Nasaccio è uno spettacolo di teatro di narrazione, riscritto interamente in grammelot, un linguaggio teatrale, inventato arbitrariamente dall’attore che lo recita o dal drammaturgo che scrive il testo. Generalmente il grammelot prende le mosse da un linguaggio o da un dialetto, di cui ricalca i suoni onomatopeici, li mischia con altri linguaggi o altri nonsense, ricavandone una forma espressiva completamente nuova, ma dal potente impatto emotivo.
L’idea di raccontare una fiaba classica in grammelot nasce dalla volontà di proporre una narrazione che utilizzi un registro espressivo lontano dagli schemi consueti, e permetta di focalizzare l’attenzione sull’universalità del linguaggio gestuale e del nonsense.

Non mancheranno poi le sorprese, come la “MERENDA DEL GRANDUCA”.  A fine spettacolo, infatti, per tutti i presenti, ecco spuntare una golosa sorpresa, da “leccarsi i baffi”!

BIGLIETTI: Adulto Euro 10,00 / bambino Euro 8,00

LA TRAMA di Nano Nasaccio:

Il protagonista della storia è un bambino, Gioacchino, il figlio di una fruttivendola che
spesso aiuta la madre al banco di frutta e verdura nei giovedì di mercato.

Un giorno si imbatte in una vecchia arcigna venuta a comprare delle verdure; non trovando quel che cerca, la scontrosa cliente si lamenta della cattiva qualità della mercanzia, scatenando l’ira del fanciullo che la canzona per il suo brutto aspetto. Allora la vecchia signora, risentita, acquista qualche cavolo, ma pretende che il ragazzo l’aiuti a portare la spesa fino a casa, dove, gli promette, avrà una degna ricompensa.
E in effetti, non appena varcata la soglia di casa, la strana vecchia comincia a cucinare la sbobba alla sultana, che serve poi al povero Gioacchino, facendolo piombare in un sonno profondo: sogna di lavorare al servizio della vecchia megera e di imparare a cucinare.
Al risveglio, Gioacchino corre di nuovo al mercato dalla madre che però non lo riconosce e lo scaccia: grazie alla pietanza magica, infatti, si è trasformato in un nano con il naso grosso. Il suo sembra un destino infelice, ormai brutto e solo, ma presto il ragazzo viene a sapere che il cuoco del granduca è stato licenziato e così si propone come suo
sostituto.

È proprio nelle cucine reali che Gioacchino trova il riscatto diventando un famoso chef; ma la sorte lo costringe a cimentarsi con la sbobba alla sultana, il piatto desiderato dal granduca che nessuno è mai riuscito a cucinare. Riuscirà nell’impresa il Nano Nasaccio?