L’addio a Sverino Trinca: il ricordo commosso dell’ex sindaco Colzani

Severino TrincaAbbiamo chiesto all’ex sindaco di Villa Guardia, Alberto Colzani, di tracciare un ricordo di Severino Trinca, scultore e artista che partendo da Villa Guardia ha saputo costruirsi una fama internazionale, soprattutto in Canada, dove per anni ha risieduto. Venuto a mancare all’età di 88 anni, Trinca è stato per tanti anni riconoscente con il proprio territorio in cui è nato e cresciuto, collaborando spesso con l’Amministrazione comunale nella realizzazione di opere poi consegnate alla Comunità.

“Ho conosciuto Severino Trinca almeno sessant’anni fa – racconta il professor Alberto Colzani – Io ero un bimbetto timido, lui un giovane artista che aveva impiantato il suo studio nel caseggiato in fondo a via Rusca che era stato sede del Municipio e della scuola elementare di Civello, fino alla fusione con Maccio. Anche i miei abitavano lì e per i primi tempi i rapporti non furono dei migliori. Severino doveva essere un vero “casinista”, quasi in ossequio al luogo comune che vede in ogni artista il tratto della trasgressione. Ricordo d’altra parte i commenti a mezza voce delle donne del luogo che si scandalizzavano perché aveva scolpito una “dona tuta biota”…

Poi Severino sposò la Bruna Bosetti e la musica cambiò radicalmente. Rimaneva sempre un gran disordinato, ma era anche molto socievole, addirittura divertente, perché era sempre un po’ sopra le righe. Ricordo una sera d’inverno, nel periodo di Natale, con una nevicata come non se ne vedono più: per consentire alla gente di recarsi in chiesa, costruì un piccolo spazzaneve  che, la Bruna davanti e lui dietro, in men che non si dica aprì un varco nel sagrato sul quale si affacciava anche il caseggiato dove vivevamo.

Intanto aveva aperto un laboratorio in un edificio lì vicino, dove realizzò una delle sue opere più importanti: una statua della Madonna a grandezza naturale commissionata per ricordare il miracolo di Corbetta, allorché un bimbo muto aveva iniziato a parlare proprio guardando la Vergine con in grembo il bambinello. Il viso della Madonna era quello della sua Bruna, i bambini erano Angelo Bosetti “Bucian”, Carlo Subini e, naturalmente, il sottoscritto.

Era capace di animare culturalmente il paese, istituendo un corso di disegno, frequentato da tanti giovani Villaguardiesi, e organizzando “visite di istruzione” in città d’arte. Purtroppo ero troppo piccolo per parteciparvi, ma ricordo ancora i commenti molto positivi di mio padre che, pur non avendo una particolare formazione scolastica (era nato nel 1907 e la Grande Guerra gli impedì di terminare la scuola elementare), era letteralmente affamato di conoscenza.

Quando Severino cambiò casa, ci perdemmo di vista e praticamente io lo incontrai di nuovo al suo ritorno dal Canada, in occasione della bellissima mostra al Broletto nel luglio del 1986. In qualche modo riallacciammo i rapporti, ovviamente su basi completamente diverse, complice, più dell’antica frequentazione, il fatto che sua nipote Francesca era mia alunna. Insieme organizzammo una meravigliosa gita culturale a San Pietro al monte di Civate, con i compagni di classe di Francesca e le rispettive famiglie. Severino conosceva particolarmente bene quel complesso architettonico straordinario e ci propose una bellissima lezione di storia dell’arte.

Per un certo periodo ci vedevamo spesso e parlavamo di arte e di musica, litigando quasi sempre perché “pretendeva” di saperne più di me di Palestrina e di Monteverdi… In realtà mi insegnò a leggere e ad apprezzare le varie espressioni artistiche in cui si era cimentato nella sua lunga carriera internazionale.

Ho anche avuto il privilegio di inaugurare ufficialmente la statua collocata nel Parco comunale Giuseppe Garibaldi, commissionata dalla Pro loco, quando Presidente era Luigina Coira. Ma a Villa Guardia Severino Trinca ha lasciato altre opere pregevolissime, tra le quali ricordo il portale della chiesa di Civello, la statua collocata nell’atrio del Palazzo municipale, un monumento funebre per una ragazza scomparsa precocemente e una scultura commissionata dalla famiglia Giussani.

Al suo paese di origine spetta ora il compito di conservare e valorizzare al meglio il ricordo di questo grande artista”.