I quadri di un artista di Villa Guardia tra i libri di San Fermo

Sarà inaugurata il 19 novembre, in biblioteca a San Fermo, la personale mostra di pittura di Enzo Salvadori, artista di origini bolzanine da anni residente in paese.
Affascinante e suggestivo il tema: “I vizi capitali”, olio su tela, in una rappresentazione, tra surrealismo alla Dalì e metafisica alla De Chirico. Ex grafico pubblicitario, da sempre innamorato della pittura, scultura e arti figurative, l’artista altoatesino si è trasferito da dieci anni nel comasco. “Ogni dipinto dei vizi capitali contiene una figura femminile: è la personificazione del vizio che ha sempre un nome femminile, (la lussuria, l’avarizia, la gola…) nel rispetto della misoginia della Chiesa delle origini – spiega Salvadori – quello che incuriosisce è il fatto che il peccatore sia genericamente maschio: l’avaro, l’invidioso, l’accidioso, il lussurioso, l’iracondo, il goloso, il superbo. In questi quadri la figura femminile rappresenta materialmente il veicolo del vizio”.

I sette vizi capitali su tela sono diventati oggetto di una mostra di pittura, patrocinata dal Comune di San Fermo, dal titolo “Vizi vivaci, nature morte” che comprenderà anche acquerelli ad opera dello stesso artista e sarà inaugurata sabato 19 novembre, alle 19, presso la biblioteca comunale, in villa Somaini, a San Fermo della Battaglia. L’inaugurazione sarà accompagnata da un approfondimento culturale sul vizio a cura di don Teresio Barbaro, parroco di Cavallasca e Maurizio Migliori, docente di Storia della filosofia antica all’Università di Macerata.

“Il vizio viene rappresentato in ogni quadro con una figura che è simbolo dell’anima degradata del vizioso – spiega Salvadori – si tratta di frammenti di scheletro, memoria della morte, reminiscenza di quello che era considerato il peccato, rivestiti di miserabili sacchi del colore mutuato dalla simbologia medievale, che ne attribuiva uno specifico a ciascun vizio.”

Insieme ai 7 quadri ad olio 80×80, fino al 3 dicembre nell’orario di apertura della biblioteca, saranno esposti 32 acquerelli con nature morte, visioni quotidiane e casalinghe dall’atmosfera poetica e sospesa. L’artista, che da bambino sottraeva tempo ai giochi per trattenersi sul ballatoio delle scale a disegnare copiando le figurine sulle pagine di un librino nero che portava costantemente in tasca, assieme alla gomma e alla scatoletta di 6 colori Giotto, nel corso degli anni è stato protagonista di altre personali in quel di Lecco, Milano, Trieste, Bolzano e San Fermo.