Elezioni comunali: i commenti del day after

48 ore dopo l’esito delle urne è il momento di dare un occhio ai numeri e fare qualche considerazione. Riflessioni per chi ha perso e riflessioni per chi ha vinto. Da una parte la delusione dei membri di Villa Guardia Civica, uscita dalle urne con un dato non propriamente confortante, dall’altra l’euforia della maggioranza uscente e riconfermata con un pesante 60,2%.

Cinzia Sala

Il risultato delle urne ha celebrato Giancarla Arrighi, ex insegnante e capogruppo alla primaria Don Milani, con 401 preferenze. Dietro di lei l’assessore uscente ai Lavori Pubblici Paolo Veronelli 246, l’ex vicesindaco e assessore ai Servizi sociali Roberta Briccola 234, il giovane Simone Rabaioli, professore di matematica all’ISMA, con 164 voti, il giovanissimo Franco Isella, presidente dell’associazione NOI dell’Oratorio di Maccio con 161 preferenze, Cinzia Sala (106 voti) e Alberto Caccia (90) entrambi al secondo giro da candidati, infine il debuttante Fabio Capogna con 79 preferenze. Non eletti: Giovanni Valsecchi (77), Vera Vaghi (66), Pasqua Scalia (46), Luca Trippetti (43).

Da segnalare oltre all’exploit di Giancarla Arrighi anche il raddoppio delle preferenze per l’assessore Paolo Veronelli, passato dalle 119 di 5 anni fa (era stato l’ultimo degli eletti) alle attuali 246 (3° posto per consensi). In discesa invece i voti per il vicesindaco uscente Roberta Briccola che da 338 è scesa a 234. In calo anche le preferenze per Cinzia Sala e Alberto Caccia, eletti ma rispettivamente con -25 e – 30 voti. Dimezzata anche la quota di Vera Vaghi che da 139 scende a 66 preferenze non riuscendo ad entrare in Consiglio comunale.

Simone Rabaioli

Da applausi la performance dei due candidati giovani, Simone Rabaioli e Franco Isella, che al debutto rischiavano di “rubarsi i voti” in quel di Maccio, zona di residenza in cui entrambi sono cresciuti e sono conosciuti: grazie al loro risultato hanno di fatto contenuto la prevedibile emorragia di voti che rischiava di incidere sull’esito finale a causa del non ripresentarsi alle elezioni di Massimo Rini (200 voti nel 2014) e Matteo Gini (282 voti nel 2014). Per Villa Guardia Insieme l’ultimo degli eletti è stato il giovane Fabio Capogna, outsider che ha conquistato un discreto numero di consensi (79) ma pur sempre 40 in meno rispetto all’ultima piazza utile del 2014 (119 voti).

Conti alla mano dalle 1819 preferenze esplicitamente espresse per i candidati consiglieri nel 2014 (su un totale di 2379 voti), si è passati alle 1713 preferenze di quest’anno sul totale di 2630 “X” apposte sul simbolo di Villa Guardia Insieme. Un dato importantissimo, poiché sta a significare quanto sia cresciuto il consenso e l’autorevolezza del candidato sindaco che ha saputo trainare i suoi (917 le schede di Villa Guardia Insieme nelle urne prive di preferenza e quindi di fatto espressione di fiducia incondizionata nei confronti del candidato sindaco, un dato che invece si era fermato a quota 560 nel 2014).

Il successo racconta così di uno scarto quasi quadruplicato (da 228 a 895 voti di differenza) rispetto alla precedente tornata elettorale nonostante la perdita complesiva di circa il 6% delle preferenze assegnate ai membri della squadra risultata vincente. Standing ovation quindi per Valerio Perroni, evidentemente premiato dai suoi cittadini per 5 anni di buon governo.

Tempo di riflessioni, amare, anche in casa della seconda lista. Per Villa Guardia Civica, che nel 2014 si era mangiata le unghie 228 volte, questa volta i numeri sono impietosi. La perdita di consenso è stata netta. La squadra del candidato sindaco Fabrizio Botta ha totalizzato 1735 voti, molti di meno dei 2151 totalizzati la scorsa volta (-416 per la precisione). Oltre al candidato sindaco Botta siederanno in Consiglio comunale sui banchi dell’opposizione Walter Mazza con 185 preferenze, Laura Sampietro con 140 e Alexander Lala con 133.  I tre portano in dote un gruzzolo di voti pari a 458 preferenze a fronte delle 691 portate 5 anni fa dagli allora eletti consiglieri Fabrizio Botta (266), Laura Sampietro (244) e Marisa Russo (189). Insomma 233 voti in meno del 2014 per i tre nominati alla carica di consigliere comunale.

Nella lista dei non eletti di quest’anno di Villa Guardia Civica ecco poi Micaela Moretti 109, Antonella Fruci 104, Antonio Donadoni 100, Donatella Biancon 84, Riccardo Spolidoro 77, Simona Giovannelli 54, Francesca Licordari 53, Elena Tigli 51, Francesco Nessi 38. Qualcuno è rimasto fuori nonostante una buona prestazione, altri invece paiono aver deluso le attese.

Le analisi post voto in casa degli sconfitti si spostano ora su svariati temi: una campagna elettorale poco aggressiva e senza fuochi di artificio? Il differente peso dei due candidati sindaci (allora Vimercati oggi Botta)? La mancanza di candidati capaci di garantire un paniere di voti importante quanto lo furono 5 anni fa quello di Fabrizio Botta (da consigliere prese 266 preferenze) e Marisa Russo? La perdita di voti di alcuni candidati? La mancanza di più figure maschili autorevoli all’interno della lista? La troppa inesperienza di alcuni dei nomi in lista? Insomma, chi più ne ha più ne metta: il materiale su cui confrontarsi non mancherà certamente.