Prenderà il via sabato 13 febbraio la prima rassegna di musica e cultura “Parole d’organo”, che vedrà sino a novembre al centro delle attenzioni di appassionati e curiosi, l’organo della parrocchia di Civello, un prezioso Nasoni&Gandini del 1910.
“Suonare a Civello è una responsabilità, perché il livello della tradizione musicale della nostra parrocchia è sempre stato alto – spiega Mattia Calderazzo, direttore artistico della rassegna (nella foto grande) – Ma è una responsabilità anche nei confronti della comunità intera, che negli ultimi anni ha sostenuto il restauro dell’organo. Da questo senso di gratitudine è nata l’idea di organizzare un vero programma di eventi che durasse per tutto l’anno e che andasse al di là dei due concerti che di solito Civello ospita a livello organistico (una tappa del Festival internazionale Città di Cantù e una del festival Percorsi organistici in provincia di Como, ndr)”.
Si perfeziona nella direzione di coro con W.Marzilli e con E.Ortner .
Dal 2013 è stato nominato “Maestro di Musica” della Cattedrale di Como dove è organista titolare, curatore dell’ Archivio Musicale e compositore. È docente di teoria e solfeggio ed organo presso la Scuola Diocesana di Musica e Sacra Liturgia “L.Picchi” di Como.
Questo il programma che porterà in occasione dell’elevazione spirituale del 13 febbraio alle 17.30
LA QUARESIMA
L. Pestuggia (1973): Improvvisazione su Attende Domine
L’ EUCARESTIA (GIOVEDÌ SANTO)
S. Karg-Elert (1877-1933): Christe, du Lamm Gottes
Preludio: ”Cristo, Agnello di Dio”
Sigfrid Karg-Elert è stato un compositore e insegnante tedesco.
Raggiunse una certa popolarità agli inizi del XX secolo, soprattutto per le sue opere corali, i lieder, la musica orchestrale, le musiche per il pianoforte e le composizioni per l’organo e l’armonium.
Dal 1919 ha intrapreso la carriera di professore presso il Conservatorio di Lipsia, dove ha insegnato composizione, teoria, e pianoforte.
LA CROCE (VENERDÌ SANTO)
J.S. Bach (1685-1750): O Mensch, bewein’ dein’ Sünde gross BWV 622
Corale: O uomo, che piangi i tuoi gravi peccati
Johann Sebastian Bach è stato un compositore e musicista tedesco del periodo barocco, universalmente considerato uno dei più grandi geni nella storia della musica. Le sue opere sono notevoli per profondità intellettuale, padronanza dei mezzi tecnici ed espressivi, e per bellezza artistica. Bach operò una sintesi mirabile fra lo stile tedesco (di cui erano stati esponenti, fra gli altri, Pachelbel e Buxtehude) e le opere dei compositori italiani (particolarmente Vivaldi), dei quali trascrisse numerosi brani, assimilandone soprattutto lo stile concertante. La sua opera costituì la summa e lo sviluppo delle svariate tendenze compositive della sua epoca. Il grado di complessità strutturale, la difficoltà tecnica e l’esclusione del genere melodrammatico, tuttavia, resero la sua opera appannaggio solo dei musicisti più dotati e all’epoca ne limitarono la diffusione fra il grande pubblico, in paragone alla popolarità raggiunta da altri musicisti contemporanei come Telemann o Händel. Nel 1829 l’esecuzione della Passione secondo Matteo, diretta a Berlino da Felix Mendelssohn, riportò alla conoscenza di un vasto pubblico la qualità elevatissima dell’opera compositiva di Bach, che è da allora considerata il compendio della musica contrappuntistica del periodo barocco. A lui sono dedicati l’asteroide 1814 Bach e il cratere Bach.
LA RISURREZIONE (SANTA PASQUA)
L. Picchi (1889-1970): Risurrezione (da “L’ Organista Liturgico”)
Luigi Picchi (Sairano, 27 settembre 1899 – Como, 12 agosto 1970) è stato un organista e compositore italiano di brani prevalentemente sacri e liturgici. Iniziato alla musica dal padre Faustino, organista autodidatta, continua gli studi a Pavia con Don Giovanni Baroni e Franco Vittadini, e successivamente al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano con Ettore Pozzoli (teoria e solfeggio), Guglielmo Andreoli (pianoforte), Costante Adolfo Bossi, Luigi Cervi, Arnaldo Galliera e Pietro Bognetti (organo), Luigi Mapelli e Giulio Cesare Paribeni (armonia e contrappunto), Vincenzo Ferroni (composizione) e Giulio Bas (canto gregoriano)[1]. Dopo aver lavorato come maestro sostituto in alcune stagioni liriche, nel 1928 vince il concorso di Organista e Maestro di Cappella presso il Duomo di Como, incarico che ricoprirà per quarantadue anni, fino alla sua morte. Contemporaneamente insegna nel Seminario di Como e, dal 1935 al 1968, anche nel Seminario di Lugano, dove ha tra i suoi allievi don Luigi Agustoni[2]. I due musicisti collaboreranno a lungo nel campo della composizione della musica liturgica[3], e insieme con il maestro Luigi Cansani, sono autori nel 1953 dei canti Ordinari per la Santa Messa, i primi con il testo in lingua italiana, eseguiti nella chiesa luganese di San Nicolao della Flüe. Nell’arco della vita dirige alcune riviste a carattere musicale: il mensile L’organista liturgico (dal gennaio 1932 al luglio 1943) e Fiori dell’organo (dal 1968) per la casa editrice Carrara, Laus Decora, rivista che si occupa di canto liturgico e di musica organistica (dal 1954 al 1967)[4]. La sua attività compositiva si concentra sulla musica sacra con molti brani adatti a occasioni liturgiche diverse: moltissime sono infatti le sue opere vocali, pubblicate in parte con le Edizioni Carrara[5], le Edizioni Schola e Ricordi. A lui si deve la diffusione, nel 1938, del canto Astro del ciel, su testo italiano di Don Angelo Meli, elaborato per diverse formazioni corali e strumentali.
A Luigi Picchi sono intitolati molti cori liturgici d’Italia, una scuola diocesana[6] ed una strada nel Comune di Como.
“LA MISERICORDIA”
M.E.Bossi (1861-1925): Redemption op. 104 n. 5
Marco Enrico Bossi (Salò, 25 aprile 1861 – Oceano Atlantico, 20 febbraio 1925) è stato un compositore e organista italiano.
Appartenente a una famosa famiglia di organisti, Bossi nacque a Salò (sulle rive del lago di Garda). Frequentò per due anni (1871-1873) il liceo musicale di Bologna, mentre studiò per i successivi otto al Conservatorio di Milano. Il decennio di studi non valse, però, al conseguimento del diploma in organo (le ragioni di questo fatto sono da trovarsi nei contrasti con il maestro Polibio Fumagalli). Bossi dovette quindi terminare all’estero la sua formazione, ma non acquisì mai un titolo di studio musicale italiano. Ben presto conseguì un grande successo, in Europa e nel mondo: già all’età di diciotto anni, infatti, venne applaudito a Londra, e negli Stati Uniti, inoltre fu organista e maestro di cappella nella cattedrale di Como (vi fece realizzare 2 nuovi organi dal costruttore Bernasconi di Varese) ed insegnò armonia ed organo e composizione organistica al Conservatorio di Napoli.
Successivamente diresse i licei musicali in varie città: tra il 1895 e il 1902 a Venezia, dal 1902 al 1911 a Bologna, dal 1916 al 1922 al Santa Cecilia di Roma. Bossi fu sicuramente una personalità di spicco nel panorama musicale italiano (e internazionale). Oltre ai pezzi da concerto, sono notevoli le sue composizioni liturgiche. Nel settembre 2005, al Teatro Comunale di Bologna è stato eseguito, in prima assoluta, il poema melodrammatico Malombra, in tre atti e un prologo. L’edizione di questo lavoro venne curata dai musicologi Pierangelo Valtinoni, Francesco Erle e Marco Manzardo. Tra le sue opere, che ebbero maggior successo in altri Paesi europei, come la Germania, rispetto all’Italia si annoverano Il viandante (“Der Wanderer”) suonata a Mannheim nel 1906, gli oratori Paradiso perduto e Giovanna d’Arco, il sinfonico Intermezzi goldoniani e Concerto per organo e orchestra, la particolare musica da camera Santa Caterina da Siena.
Fra i suoi allievi si ricorda Vera Gobbi Belcredi. Morì il 20 febbraio 1925 per emorragia cerebrale sul bastimento francese De Grasse durante la traversata atlantica da New York a Le Havre, ritornando da una trionfale tournée negli Stati Uniti. Dal punto di vista compositivo, il suo stile si può assimilare al tardoromanticismo guidato da Brahms. Bossi si è distinto per il suo coraggioso tentativo di proporre anche musica strumentale, in un contesto ormai dominato dal melodramma.[2]