Fonti rinnovabili: Villa Guardia ancora nella top ten di Lega Ambiente

Villa Guardia scende di un posto ma mantiene il piazzamento nella speciale top ten dei “Comuni Rinnovabili 2015”, la mappatura dell’energia verde e dell’innovazione nelle reti energetiche italiane. Confermando quanto di buono si era già letto lo scorso anno, all’interno del rapporto recentemente pubblicato da Legambiente, il nostro comune si mostra ancora una volta pronto a duellare anche con grandi città come Milano per quanto riguarda la produzione di energia da fonti rinnovabili instalate sugli edifici pubblici. Nella speciale graduatoria spicca Verona, ma certamente Villa Guardia non sfigura in mezzo a grosse realtà italiane (Milano, Bologna, Vicenza, Ferrara, etc) grazie al suoo 1 MW prodotto! Soddisfazione massima per il sindaco Valerio Perroni (nella foto durante un sopralluogo agli impianti fotovoltaici del Palazzetto dello Sport di via Tevere), che proprio sull’autonomia energetica degli edifici pubblici aveva impostato il proprio precedente lavoro da assessore all’Ecologia ed Ambiente.
fonti rinnovabili
In realtà è comunque un po’ tutta l’Italia a sorridere, in soli 10 anni passata dal 15,4 al 38,2% dei consumi elettrici da energie pulite.
Decima piazza per Villa Guardia e primo premio per il comune 100% rinnovabile che va a Campo Tures, un modello europeo di innovazione e autoproduzione, con bollette ridotte del 30%. Ad analizzare la mappatura delle rinnovabili in Italia e la loro crescita costante sul territorio è il rapporto Comuni Rinnovabili 2015 di Legambiente, giunto alla decima edizione, realizzato con il contributo del Gruppo Asja e in collaborazione con il GSE.
Questo quanto si legge anche sul sito di Legambiente:
Negli ultimi dieci anni le fonti rinnovabili hanno contribuito a cambiare il sistema energetico italiano. Oggi gli impianti sono presenti in tutti gli 8.047 Comuni italiani, con una progressione costante: erano  6.993 nel 2009, 3.190 nel 2007, 356 nel 2005 e con risultati sempre più importanti di copertura dei fabbisogni elettrici e termici locali. Complessivamente in Italia nel 2014 le rinnovabili hanno contribuito a soddisfare il 38,2% dei consumi elettrici complessivi (nel 2005 si era al 15,4) e il 16% dei consumi energetici finali (quando nel 2005 eravamo al 5,3%). Oggi l’Italia è il primo Paese al mondo per incidenza del solare rispetto ai consumi elettrici (ad Aprile 2015 oltre l’11%!), e si è sfatata così la convinzione che queste fonti avrebbero sempre e comunque avuto un ruolo marginale nel sistema energetico italiano e che un loro eccessivo sviluppo avrebbe creato rilevantissimi problemi di gestione della rete. A impressionare sono da un lato i numeri della produzione da fonti rinnovabili passata in tre anni da 84,8 a 118 TWh, e dall’altro quelli di distribuzione degli impianti da fonti rinnovabili: circa 800mila, tra elettrici e termici, distribuiti nel territorio e nelle città, sempre più spesso integrati con smart grid e sistemi di accumulo o in autoproduzione, che oggi sono la frontiera dell’innovazione energetica nel mondo. Attraverso il contributo di questi impianti, e il calo dei consumi energetici, l’Italia ha ridotto le importazioni dall’estero di fonti fossili, la produzione dagli impianti più inquinanti e dannosi per il Clima (nel termoelettrico -34,2% dal 2005) e si è ridotto anche il costo dell’energia elettrica.

Se infatti nel corso del 2014 sono aumentate le installazioni per tutte le fonti, i ritmi di crescita sono purtroppo molto inferiori rispetto al passato: per il fotovoltaico negli ultimi due anni sono stati installati 1.864MW contro i 13.194 del biennio 2011-2012, nell’eolico sono stati installati 170MW nel 2014 contro una media di 770 degli anni passati, stessi dati per il mini idroelettrico e le altre fonti. Le ragioni di questa situazione sono due, la prima riguarda l’assenza di procedure chiare per l’approvazione dei progetti che blocca gli impianti eolici (per quelli offshore ancora nessun impianto è stato realizzato a fronte di 15 progetti presentati), solari termodinamici, da biomasse, mini idroelettrici, geotermici. La seconda ragione sta nella totale incertezza in cui il settore si trova a seguito di interventi normativi che in questi anni hanno introdotto tagli agli incentivi, barriere e tasse senza al contempo dare alcuna prospettiva chiara per il futuro.valerio perroni fotovoltaicoCome detto, il premioComuni Rinnovabili 2015” è andato a Campo Tures, una realtà altoatesina che è riuscita a portare avanti una lungimirante politica di interventi che ha permesso di arrivare a soddisfare l’intero fabbisogno energetico del territorio grazie a un mix di 7 tecnologie da fonti rinnovabili elettriche e termiche e alla gestione locale dell’intera filiera energetica (sia la rete elettrica che quella di teleriscaldamento sono di proprietà comunale). Nel Comune, di circa 5.200 abitanti, una cooperativa energetica con 1.500 soci tra cui lo stesso Comune, serve le circa 2.000 utenze, sia per la parte elettrica che per quella termica, con un risparmio medio del 30% rispetto ai prezzi di mercato. L’obiettivo ora è diventare un Comune a emissioni zero. Per questo, raggiunta l’autonomia energetica, l’amministrazione sta iniziando a lavorare sulla mobilità sostenibile con l’introduzione di mezzi pubblici a trazione elettrica e distributori con carburanti alternativi, dal biogas all’idrogeno. Campo Tures è uno dei 35 Comuni 100% Rinnovabili in Italia, ossia quelli nei quali le fonti rinnovabili installate riescono a superare i fabbisogni sia elettrici che termici dei cittadini (riscaldamento delle case, acqua calda per usi sanitari, elettricità), attraverso impianti a biomasse e geotermici allacciati a reti di teleriscaldamento. Complessivamente sono 2.809 i Comuni rinnovabili per la parte elettrica, ossia quelli che producono più energia elettrica di quanta ne consumino le famiglie residenti grazie ad una o più fonti rinnovabili.

Forlì si è aggiudicato il premio Buona Pratica per l’innovazione in campo energetico. Ha infatti inaugurato recentemente il primo campo solare termico a concentrazione in Italia a servizio di utenze industriali: un progetto pilota finalizzato alla sostituzione dei combustibili fossili con energie rinnovabili in un’area industriale di circa 20mila mq utilizzando solo materiali completamente riciclabili.

Al piccolo Comune di Celle San Vito (FG) il premio Buona Pratica per l’efficienza energetica è stato assegnato, invece, per la capacità di portare avanti progetti finalizzati a riqualificare energeticamente edifici esistenti e di realizzare nuovi impianti da fonti rinnovabili integrati in strutture edilizie.

Tornando ai numeri, i Comuni del solare sono 8.047. In tutti i Comuni italiani, infatti, è installato almeno un impianto solare fotovoltaico e in 6.803 almeno un impianto solare termico. Per il fotovoltaico è il piccolissimo Comune di Macra (CN) a presentare la maggior diffusione rispetto agli abitanti, con una media di 176,5 MW/1.000 abitanti e una potenza assoluta di 9,7 MW in grado di coprire l’intero fabbisogno energetico elettrico del territorio. Secondo i dati di Terna al 31 dicembre 2014 complessivamente sono installati 18.854 MW. Una novità interessante da segnalare è che gli impianti sono stati realizzati senza incentivi diretti ma in regime di Scambio sul Posto o di Ritiro Dedicato, mentre tra gli aspetti più negativi vi è il crollo degli interventi di bonifica dei tetti in amianto, per i quali gli investimenti sono proibitivi senza conto energia.

I Comuni dell’eolico sono 700. La potenza installata è in crescita, pari a 8.736. Questi impianti, secondo i dati di Terna, hanno permesso di produrre 14,9 TWh di energia, pari al fabbisogno elettrico di oltre 5,5 milioni di famiglie. Sono 323 i Comuni che si possono considerare autonomi dal punto di vista elettrico grazie all’eolico, poiché si produce più energia di quanta ne viene consumata.

I Comuni del mini idroelettrico sono 1.160. Il Rapporto prende in considerazione gli impianti fino a 3 MW e la potenza totale installata nei Comuni italiani è di 1.358 MW, in grado di produrre ogni anno oltre 5,4 TWh pari al fabbisogno di energia elettrica di oltre 2 milioni di famiglie.

I Comuni della geotermia sono 484, per una potenza installata pari a 814,7 MW elettrici, 264,4 MW termici e 3,4 MW frigoriferi. Grazie a questi impianti nel 2014 sono stati prodotti circa 5,5 TWh di energia elettrica in grado di soddisfare il fabbisogno di oltre 2 milioni di famiglie.

I Comuni delle bioenergie sono 2.415 per una potenza installata complessiva di 2.936,4 MW elettrici, 1.306,6 MW termici e 415 kW frigoriferi. In particolare quelli a biogas sono in forte crescita e hanno raggiunto complessivamente di 1.165,9 MW elettrici, 176,5 MW termici e 65 kW frigoriferi. Gli impianti a biomasse, nel loro complesso, hanno consentito nel 2014 di produrre circa 12 TWh pari al fabbisogno elettrico di oltre 4,4 milioni di famiglie.

Ulteriori informazioni si possono consultare sul nuovo portale  www.comunirinnovabili.it.

Il rapporto “Comuni Rinnovabili 2015” è scaricabile al seguente link:

http://www.legambiente.it/sites/default/files/images/comuni_rinnovabili_2015.pdf