Festa della LIberazione: si anticipa

Una corona di allora, il tricolore appeso nelle piazze del paese, l’inno nazionale, la presenza degli alpini e una cerimonia sobria in onore dei caduti per la Patria che si sono immolati per donare la libertà all’Italia. Il comune di Villa Guardia ha scelto la semplicità per festeggiare questo importante giornata nazionale. E la festeggerà domenica 24 aprile, aticipandola di un giorno per evitare il sovrapporsi con due altri eventi (l’ottava edizione della benefica Mangia Bevi Corri e Cammina a Villa Guardia che il 25 aprile vede impegnati gli alpini nel servizio organizzativo e per poter quindi coinvolgere anche i soci dell’ANPI, impegnati il 25  in quel di Como per una manifestazione di maggior richiamo). Appuntamento alle nove, allora, davanti al Municipio di Villa Guardia, dove i cittadini e  i rappresentanti dell’Amministrazione comunale guidata da Valerio Perroni, accompagnati dalle note del Corpo musicale, depositeranno una corona floreale davanti al monumento ai Caduti;  il corteo si sposterà poi in via Rimembranze, in prossimità del cimitero di Maccio, dove sarà deposta una seconda corona floreale presso il monumento ai Caduti recentemente restaurato dalla sezione Alpini di Villa Guardia.

L’anniversario della liberazione d’Italia (anche chiamato festa della Liberazione, anniversario della Resistenza[2]o semplicemente 25 aprile) è una festa nazionale della Repubblica Italiana che ricorre il 25 aprile di ogni anno.

È un giorno fondamentale per la storia d’Italia ed assume un particolare significato politico e militare, in quanto simbolo della vittoriosa lotta di resistenza militare e politica attuata dalle forze partigiane durante la seconda guerra mondiale a partire dall’8 settembre 1943 contro il governo fascista della Repubblica Sociale Italiana e l’occupazione nazista.

Il 25 aprile 1945 è il giorno in cui, il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI) – il cui comando aveva sede a Milano ed era presieduto da Luigi Longo, Emilio Sereni, Sandro Pertini e Leo Valiani (presenti tra gli altri il presidente designato Rodolfo Morandi, Giustino Arpesani e Achille Marazza) – proclamò l’insurrezione in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti, indicando a tutte le forze partigiane attive nel Nord Italia facenti parte delCorpo Volontari della Libertà di attaccare i presidi fascisti e tedeschi imponendo la resa, giorni prima dell’arrivo delle truppe alleate; parallelamente il CLNAI emanò in prima persona dei decreti legislativi[3], assumendo il potere «in nome del popolo italiano e quale delegato del Governo Italiano», stabilendo tra le altre cose la condanna a morte per tutti i gerarchi fascisti[4], incluso Benito Mussolini, che sarebbe stato raggiunto e fucilato tre giorni dopo.

«Arrendersi o perire!» fu la parola d’ordine intimata dai partigiani quel giorno e in quelli immediatamente successivi.

Entro il 1º maggio tutta l’Italia settentrionale fu liberata: Bologna (il 21 aprile), Genova (il 23 aprile) e Venezia (il 28 aprile). La Liberazione mise così fine a venti anni di dittatura fascista e a cinque anni di guerra; la data del 25 aprile simbolicamente rappresenta il culmine della fase militare della Resistenza e l’avvio effettivo di una fase di governo da parte dei suoi rappresentanti che porterà prima al referendum del 2 giugno 1946 per la scelta fra monarchia e repubblica – consultazione per la quale per la prima volta furono chiamate alle urne per un voto politico le donne – e poi alla nascita della Repubblica Italiana, fino alla stesura definitiva della Costituzione.

Il termine effettivo della guerra sul territorio italiano, con la resa definitiva delle forze nazifasciste all’esercito alleato, si ebbe solo il 3 maggio, come stabilito formalmente dai rappresentanti delle forze in campo durante la cosiddetta resa di Casertafirmata il 29 aprile 1945: tali date segnano anche la fine del ventennio fascista.

Su proposta del presidente del Consiglio Alcide De Gasperi, il principe Umberto II, allora luogotenente del Regno d’Italia, il 22 aprile 1946 emanò un decreto legislativo luogotenenziale (“Disposizioni in materia di ricorrenze festive“) che recitava:[5]

« A celebrazione della totale liberazione del territorio italiano, il 25 aprile 1946 è dichiarato festa nazionale. »